Un Paese di nuove energie

PROGETTO IDROELETTRICO ULU JELAI, MALESIA
Piantagioni di tè, spiagge da sogno, barriere coralline e soprattutto una sterminata distesa di foreste pluviali di oltre 130 milioni di anni. È la Malesia, estesa in parte sulla penisola malese e in parte sull’isola del Borneo, coperta (sulla penisola al 70% e sull’isola al 95%) dalla più antica foresta primaria del pianeta. Una fitta giungla misteriosa dove Emilio Salgari ha immaginato le avventure di Sandokan, la «Tigre della Malesia», unico superstite e discendente di regnanti del Borneo, impegnato in una lotta senza quartiere contro gli invasori bianchi. Ma in realtà non furono né Sandokan né il suo esercito di ribelli a liberare la Malesia da secoli di dominazioni coloniali: prima i portoghesi, poi gli olandesi e infine i britannici.
L’indipendenza arrivò infatti nel 1957 (pur rimanendo nel Commonwealth). Iniziò allora la storia di un Paese moderno e indipendente, con 35,6 milioni di abitanti e un mix di culture davvero unico (malese, cinese, indiana ed europee).
La sua capitale, Kuala Lumpur, è una città moderna e cosmopolita, dove l’architettura coloniale e quella tradizionale asiatica si mescolano ad avveniristici grattacieli come le iconiche torri Petronas, alte 480 m.
Duecento chilometri a nord da Kuala Lumpur e dalle sue iconiche torri, nello Stato di Pahang, si trova un’altra icona della Malesia moderna, Ulu Jelai, il più imponente ed efficiente progetto idroelettrico di tutto il Paese.
Completata nel 2011-20 da un gruppo di aziende guidate dalla Salini Costruttori poi confluita nel Gruppo oggi Webuild, la diga a sbarramento sul fiume Bertam sorge in un terreno messo a dura prova dalle tempeste tropicali, ed è stata costruita in calcestruzzo rullato compattato, cioè con un sottile strato di cemento alla volta (in tutto 190.000 m3) ed è l’unica diga malese di questo tipo destinata a produrre energia e non soltanto a conservare l’acqua.
Alta 85 metri, lunga 512,5 m, ha un volume di circa 750.000 m3; il dislivello tra l’invaso e il fiume a cui l’acqua viene rilasciata è di circa 360 metri: un salto gigantesco che aumenta considerevolmente la potenzialità generativa dell’impianto, rendendolo il più efficiente del Paese. Per realizzare il tutto sono stati scavati e smossi tra i 4 e i 5 milioni di m3 di terra e roccia.
L’energia elettrica qui prodotta, fino a 326 GWh all’anno, ha favorito e sostenuto la crescita e diversificazione dell’economia malese, che dalla coltivazione di fiori e té si è recentemente allargata alla produzione ed esportazione di olio di palma, elettrodomestici, componentistica elettronica e altri prodotti dell’industria manifatturiera.
Ulu Jelai ha avuto e ha un ruolo fondamentale nell’attrarre investimenti stranieri e nel ridurre la povertà, ormai quasi sradicata nel Paese, come conferma anche la Banca Mondiale. E, non ultimo, l’ambiente ci guadagna 250.387 tonnellate di emissioni di CO2 in meno, grazie all’abbandono di molti generatori alimentati a carburanti fossili.

L'OPERA E LA TECNICA
METRI ALTEZZA
METRI LUNGHEZZA IN CRESTA
METRI CUBI VOLUME DIGA IN RCC
METRI CUBI VOLUME OPERE IN CALCESTRUZZO
MW POTENZA INSTALLATA
TONNELLATE RIDUZIONE ANNUA DI EMISSIONI DI CO2
Tenaga Nasional Berhad (TNB)
ATI formata da Salini Costruttori (oggi Webuild) tramite la Salini Malaysia Sdn. Bhd. (Capofila, 90%) e Tindakan Mewah Sdn. Bhd.
Una delle grandi sfide della diga nello stato di Pahang è stata fronteggiare le difficili condizioni climatiche che hanno obbligato a lavorare e scavare sotto acquazzoni tropicali praticamente quotidiani.

APPROFONDIMENTI CULTURALI


Una tigre asiatica sempre più moderna
La Malesia è una delle tigri asiatiche che si è modernizzata a ritmi assai sostenuti nel corso degli ultimi vent’anni, evolvendosi da produttore di materie prime a potenza post-industriale, leader sia in settori tradizionali come il tessile, sia nella componentistica elettronica e nella produzione di articoli informatici avanzati.
Per supportare la transizione economica è stato necessario incrementare la capacità di produzione energetica, considerato che nel 2021 la quantità di elettricità consumata in Malesia è stata di poco inferiore ai 163,3 miliardi di chilowattora.
L’impianto di Ulu Jelai da una parte ha ridotto l’impiego delle fonti fossili (di cui il paese rimane il 22° esportatore al mondo) riducendone l’ecological footprint e riservandone maggiori quantità all’export; dall’altra ha consentito di affrontare l'aumento dei picchi di domanda nelle ore e nei periodi di punta.
Secondo le Nazioni Unite, Ulu Jelai è in grado di ridurre le emissioni annuali di 250.387 tonnellate di diossido di carbonio sostituendo, nei periodi di picco, l’apporto dei generatori che impiegano carbone e altri carburanti fossili: nel 2023 la capacità di produzione da fonti rinnovabili è stata di circa 34,5 mila megawatt, leggermente superiore all'anno precedente: si tratta di un aumento di oltre 22 mila megawatt dal 2013.
tonnellate di CO2 anno