Un rinascimento anche per l’Etiopia?

GRAND ETHIOPIAN RENAISSANCE DAM PROJECT (GERD), ETIOPIA
Commissionato dalla Ethiopian Electric Power (EEP) e inaugurato a settembre del 2025, il Grand Ethiopian Renaissance Project (GERD) è un complesso sistema infrastrutturale che, sfruttando le acque del Nilo Azzurro, raggiunge una potenza installata di 5.150 MW equivalente a tre centrali nucleari di media grandezza assicurando inoltre per la rete elettrica
nazionale un taglio di 1,3 milioni di ton/anno di emissioni di CO2.
Situato a circa 700 km a nord ovest della capitale etiope Addis Abeba, a circa 14 km dal confine tra Etiopia e Sudan, nella regione di Benishangul – Gumaz, GERD è il progetto idroelettrico più grande d’Africa che raddoppierà la produzione energetica dell’Etiopia, - il secondo più popoloso in Africa - aprendo l’esportazione di energia al Sudan, Gibuti, Tanzania e Yemen.
Il progetto Grand Ethiopian Renaissance Dam ha previsto la costruzione di una diga principale a gravità in calcestruzzo rullato compattato (RCC) alta 170 m con 2 centrali idroelettriche installate ai piedi della diga, e una diga secondaria in materiali sciolti (rockfill) con paramento in calcestruzzo della lunghezza di 5 km.
La diga principale di GERD è una delle dieci più grandi al mondo e consentirà all’Etiopia (la cui popolazione nel 2030 dovrebbe superare i 140 milioni di abitanti) di diventare il primo produttore africano di energia sostenibile, pulita e rinnovabile, così da accelerare il processo di modernizzazione del Paese.
Le centrali idroelettriche sono posizionate sulla sponda destra e sinistra del fiume e si compongono di 13 turbine Francis per una produzione media di 15.700 Gwh/anno. Il progetto ha dato vita a un bacino che raccoglie le acque delle piogge e dei fiumi per farli convergere dove è costruita la diga principale; annualmente si stima un deflusso medio di circa 50 miliardi di m³ di acqua.
Oltre al suo enorme potenziale energetico, GERD è anche un simbolo identitario, sia politico che culturale. La sua costruzione è stata infatti interamente finanziata dal governo e dalla popolazione etiope. GERD è la risposta a inondazioni, siccità, innalzamento delle temperature e impatti sempre più evidenti del cambiamento climatico che l’Etiopia deve affrontare.
Ma come è nata l’idea di questo progetto? Tutto è partito negli anni ’60 ed è rimasto nel cassetto fino a quando, nel 2010, Webuild ha ripreso in mano il progetto e dato il via ad approfonditi studi. Il cantiere ha preso così a lavorare e nel mese di febbraio 2022 il Primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali ha avviato la prima turbina della diga.
Negli anni il cantiere - dotato tra l’altro di tre centri di assistenza medica e numerose strutture di servizio come scuole, mense, aree ricreative, una piscina, campi sportivi - ha ospitato un totale di 25mila lavoratori con picchi di 10mila persone contemporaneamente. Oltre il 95% di questi proveniva dall’Etiopia e in larga parte dalle comunità limitrofe.
Il sistema sanitario comprendeva un ospedale centrale (20 posti letto, 6 ambulanze, 71 operatori sanitari) e due cliniche satellite, attivi 24 ore su 24. Con queste strutture è stato possibile fornire gratuitamente sia ai lavoratori che agli abitanti delle aree circostanti cure mediche, prevenzione e campagne vaccinali (oltre 4.200 vaccinazioni e 700.000 consulti medici forniti nel corso dell’intero progetto). L’infrastruttura sanitaria è stata poi trasferita al Ministero della Salute etiope che ne ha garantito la continuità del servizio.
Durante gli anni della realizzazione del progetto GERD sono state allestite tre mense e una fabbrica per la produzione dell’injera, pane spugnoso e fermentato tipico della cucina etiope, eritrea e somala. Nella fabbrica hanno lavorato 84 persone, sono state sfornate in media oltre 6.500 injera al giorno, con picchi di oltre 10.000 e fino a 3 milioni di injera all’anno.

L'OPERA E LA TECNICA
M DI LUNGHEZZA DIGA PRINCIPALE
M DI ALTEZZA DIGA PRINCIPALE
MILIONI M3 DI CALCESTRUZZO DIGA PRINCIPALE
CENTRALI IDROELETTRICE
TURBINE FRANCIS
MW DI POTENZA INSTALLATA
GWH/ANNO DI PRODUZIONE PREVISTA
KM2 DI SUPERFICIE BACINO IDRICO
MILIARDI M³ DI VOLUME BACINO IDRICO
M DI LUNGHEZZA DIGA SECONDARIA
MILIONI M3 DI ROCKFILL DIGA SECONDARIA
Ethiopian Electric Power (EEP)
Webuild Group
Per la realizzazione di questo grande progetto sono nati due grandi cantieri in una zona remota dove non c’erano strade. Le prime attività sono state dunque la costruzione di una nuova viabilità, di un aeroporto per i collegamenti con la capitale, di un ponte che per unire le due sponde del Nilo Azzurro e di un villaggio con alloggi per 15.000 persone.

Ok, ma fammi capire quant’è grande la diga principale?


Le infrastrutture come acceleratori della modernizzazione
L'Etiopia ha registrato una significativa riduzione della povertà tra il 2011 e il 2019, determinata dalla diminuzione della percentuale di persone povere e prive di istruzione, di acqua potabile, elettricità, abitazioni e servizi igienici. Tuttavia, dopo la pandemia di Covid-19, si è registrato un ritorno di numerosi indicatori alle precarie precedenti condizioni.
Coloro che secondo la Banca Mondiale nel 2023 hanno avuto accesso a reti idriche potabili rappresentano solo la metà della popolazione, un dato che nelle zone rurali scendeva al 42% con una percentuale pressoché identica (43,6%) di accesso all’elettricità.
GERD consentirà all’Etiopia di diventare il primo produttore africano di energia sostenibile, pulita e rinnovabile, così da accelerare il processo di modernizzazione di un paese che nel 2022 figurava ancora tra le 20 nazioni più povere al mondo: il 38,6% della popolazione vive con meno di $3 al giorno e il 35,79% del PIL nel 2023 è stato generato dal settore agro-pastorale.

Il salto delle rinnovabili
L'Etiopia dispone di abbondanti risorse energetiche rinnovabili e può potenzialmente generare più di 60.000 megawatt da fonti idroelettriche, eoliche, solari e geotermiche: nel 2022 le rinnovabili hanno coperto il 99,9% del fabbisogno elettrico del paese, con più del l’96% di origine idroelettrica. Si tratta di dimensioni importanti, utili per soddisfare una domanda in rapida crescita: la fornitura di energia primaria in Africa è cresciuta a un tasso annuale composto (CAGR) del 2% annuo nel quindicennio 2007-2022, grazie all’incremento della produzione di petrolio, gas naturale e biomasse, sebbene biocarburanti e rifiuti rimangano le fonti energetiche più diffuse nel continente africano, fornendo oltre il 40% dell'approvvigionamento necessario. In tal senso il rapido sviluppo delle rinnovabili può accelerare il processo di decabornizzazione, saltando la fase di dipendenza dalle fonti fossili e contribuendo a risolvere i cronici problemi di inquinamento atmosferico delle principali metropoli continentali.