
Come si costruiscono i ponti
“Ogni ponte dovrebbe unire due sponde. L’utilità e la bellezza”.
Con queste parole il poeta polacco Stanisław Jerzy Lec definisce al meglio l’essenza stessa di questa infrastruttura.
Fin dall’antichità i ponti hanno risposto all’esigenza dell’uomo di collegare i propri insediamenti con il territorio circostante. Prima in legno o in pietra, poi, dopo la rivoluzione industriale in metallo.
I ponti hanno consentito all’uomo di attraversare fiumi, laghi o qualsiasi impedimento naturale o artificiale per andare oltre. Per avvicinare luoghi e popoli. Per superare limiti.
Scopriamo in questa collezione le tipologie di ponti, le parti che li compongono, i materiali di cui sono fatti, le fasi per costruirli.
Una storia per immagini dedicata ad alcuni tra i ponti più rappresentativi al mondo.
Quali sono le tipologie di ponte?
Rappresenta la struttura più semplice composta da una trave orizzontale e due o più appoggi verticali detti pile o piloni.
La trave sostiene i carichi verticali, flettendosi e subendo una compressione orizzontale sulla parte superiore, mentre la parte inferiore è soggetta a una tensione orizzontale.
Gli appoggi non subiscono momento flettente, ma sono soggetti solo a compressione.
Quando il ponte presenta più appoggi viene definito “a travata continua”.

È caratterizzato da un impalcato con forma ad arco. Questa tipologia sostiene il peso dei carichi per compressione, trasferendo alla sottostruttura spinte orizzontali e verticali che le fondazioni devono contrastare. Per questo il progetto delle fondazioni presenta una maggior complessità, mentre la sovrastruttura può richiedere in genere meno materiale di un ponte a travata a parità di estensione.

È caratterizzato dalla presenza di cavi in tensione o altri elementi rigidi a cui è appeso l’impalcato.
I carichi sono trasferiti dai cavi alle torri di sostegno, che trasferiscono le spinte verticali al terreno, e agli ancoraggi che sopportano principalmente trazioni verso l’interno. Data la sospensione in aria, è fondamentale che l’impalcato non si muova eccessivamente sotto il peso dei carichi.

È un ponte sospeso in cui l’impalcato è retto da stralli agganciati alle torri di sostegno.
Gli stralli sono una serie di cavi in tensione, quasi diagonali, che trasferiscono spinte verticali alle fondazioni attraverso le torri e mantengono in compressione orizzontale anche l’impalcato.

Di che materiali sono fatti i ponti?
I ponti possono essere costruiti in legno, muratura, metalli o calcesatruzzo.
I ponti più antichi erano realizzati in legno o in pietra. Con la Rivoluzione Industriale, che portò a una straordinaria produzione di cemento e di acciaio, fecero la comparsa ponti realizzati con metalli e calcestruzzo. Oggi i diversi materiali possono essere utilizzati in combinazione, per esempio usando il cemento armato per le pile e l’acciaio per l’impalcato.
È il materiale più antico, ma anche quello più soggetto ad usura e deterioramento che ha portato all’utilizzo di altri materiali. Per questo sono pochi oggi i ponti antichi costruiti in legno che possiamo ammirare.
Anche la pietra è un materiale utilizzato fin dall’antichità, probabilmente a partire proprio dall’Italia preromana.
A partire dal Settecento con i progressi nella lavorazione dei metalli introdotti ne corso della
Rivoluzione Industriale compaiono i primi ponti in ferro fuso (ghisa), più tardi in ferro battuto e verso la fine dell’Ottocento in acciaio.
L’ultimo materiale a comparire nella costruzione di ponti è il calcestruzzo che, con l’utilizzo di un’armatura in ferro, costituisce il cemento armato.
I materiali di costruzione dei ponti possono anche essere utilizzati in diverse combinazioni costruendo posti misti.

Quali sono le parti di un ponte?








Le fasi di costruzione di un ponte
