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DIGA DI AGARO, ITALIA

In Italia oltre  al borgo di Morasco, nella regione Piemonte c’è un’altra piccola Atlantide. Si chiama Agaro, un villaggio di circa 85 abitanti fondato nel XIII secolo sempre in Val d’Ossola, stretto tra le pareti della Valle Antigorio e della Valle del Devero, in una conca di origine glaciale, remoto angolo quasi al confine con la Svizzera, a quota 1.561 metri. Era (o meglio, lo è ancora) un villaggio, ma dal 1938 è sommerso dalle acque dell’omonima diga, mentre i suoi abitanti si sono dispersi nella Valle di Antigorio. Quel manipolo di case a una cinquantina di metri di profondità emerge di tanto in tanto, quando il livello dell’acqua scende al minimo.

Alta 56,7 metri nel punto più profondo, con un coronamento lungo 243 metri e una capacità massima di 20 milioni di metri cubi, la diga fu commissionata dall’Edison e costruita tra il 1935 e il 1940 su progetto degli ingegneri Claudio Marcello e Pietro Marinoni in blocchi di granito, malta cementizia e calcestruzzo. È attraversata da tre cunicoli, con due serie di tubi di drenaggio. Il pietrame è stato preso sul posto, mentre parte della sabbia utilizzata per la malta cementizia deriva dal greto del fiume Toce, trasportata con una teleferica lunga 6 chilometri. Attraverso una galleria in pressione lunga 2.100 metri e un salto di 487 metri, la diga alimenta la centrale di Goglio. 

GALLERY DIGA DI AGARO 01
GALLERY DIGA DI AGARO 02
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GALLERY DIGA DI AGARO 07
GALLERY DIGA DI AGARO 08
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L'OPERA E LA TECNICA

Periodo di costruzione: 1935 - 1940
240

M LUNGHEZZA

60

M ALTEZZA

160.000

M3 VOLUME

18.750.000

M3 CAPACITA' INVASO

CLIENTE

Edison

COSTRUTTORE

Impresa Umberto Girola, oggi Gruppo Webuild

I lavori di costruzione della Diga di Agaro sono stati commissionati per aumentare l’apporto di energia idroelettrica in Piemonte, Lombardia e Liguria, e assegnati all’Impresa Girola, poi confluita nel Gruppo oggi Webuild.

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APPROFONDIMENTI CULTURALI

LAPTOP DIGA DI AGARO 01
DIGA DI AGARO BOX CINEMA
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BENEFICI

Il significativo contributo delle fonti idroelettriche

In Italia la costruzione di dighe per la produzione di energia idroelettrica risale alla fine del XIX secolo (la prima centrale idroelettrica, la Bertini di Porto d’Adda, venne inaugurata nel 1895), laddove la Diga di Agaro è stata inaugurata nel 1940 e rappresenta uno dei principali progetti realizzati nell’arco alpino. La diga alimenta l’impianto di Goglio e Verampio, che si trova nella provincia piemontese del Verbano-Cusio-Ossola (che vanta una delle più elevate concentrazioni di impianti a livello nazionale) e collega diversi impianti della zona con la pianura, con una potenza di 53 MW.

L’idroelettrico ha rappresentato la principale fonte di energia elettrica italiana fino a metà degli anni ’60 e ha successivamente mantenuto una produzione annua compresa tra i 35.000 e i 60.000 GWh, fornendo una solida base di fornitura energetica al paese. Ad oggi l’Italia ha una potenza complessiva installata per l’idroelettrico che corrisponde al 28,83% della potenza nazionale da fonti green e al 15,31% dell'elettricità prodotta nel territorio nazionale.

Alla fine del 2021, secondo le rilevazioni del Gestore dei servizi energetici (GSE), c’erano in tutta Italia 4.848 impianti idroelettrici, di cui ben 1.083 in Piemonte, corrispondenti a più di un quinto del totale tricolore, con una potenza di 2.845 MW e al 14,76% del dato nazionale in termini di potenza.

I dati raccolti alla fine del 2023 mostrano inoltre che le centrali idroelettriche piemontesi hanno prodotto 5.346 GWh, pari al 21,45% dei consumi regionali. Dal 2017, infatti, la produzione di energia in Piemonte ha superato in modo consistente la domanda interna, anche grazie al significativo contributo delle fonti idroelettriche.

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