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L'opera e la tecnica: Diga di Agaro, Italia

I lavori di costruzione della Diga di Agaro sono stati commissionati per aumentare l’apporto di energia idroelettrica in Piemonte, Lombardia e Liguria, e assegnati all’Impresa Girola, poi confluita nel Gruppo oggi Webuild.

L’impianto è stato realizzato con la tipologia di gravità ordinaria, in muratura di pietrame e malta di cemento. Prima fonte di rifornimento sono state le ampie cave di pietrame nell’area attigua ai lavori, con pareti quasi a picco da cui, con detonazioni e martelli pneumatici, sono stati ricavati oltre 150.000 m3 di pietrame che, dopo essere stato lavato, è stato trasportato da carrelli su rotaia per la messa in opera. Dalle stesse cave sono stati ricavati i blocchi che costituiscono la superficie della diga a contatto con l’acqua, che sono stati squadrati a mano da un esercito di scalpellini specializzati.

Da altre cave - quelle sul posto non erano sufficienti - è stata trasportata la sabbia per la malta di cemento, prima su rotaia e poi attraverso una teleferica appositamente realizzata in loco. Dopo un processo di lavaggio e di granulazione, la sabbia è stata amalgamata con il cemento e portata in diga attraverso nastri trasportatori e carrelli.
La caratteristica specifica del cantiere, già sperimentata dall’Impresa Girola, è stata la costruzione di due grandi pontili a pianta arcuata come la diga, sostenuti da piloni metallici situati a monte e a valle. Sui pontili si muovevano gru orizzontali per il trasporto di carrelli sospesi necessari per depositare i materiali in cantiere, esattamente nel luogo in cui dovevano essere utilizzati, consentendo un grande risparmio di tempi e di forze.

Manualmente, con estrema cura, è stato costruito il fronte a contatto con l’acqua con i blocchi precedentemente squadrati e l’aggiunta della malta di cemento e completato lo sbarramento dotato di tre scarichi. Una volta in funzione la diga di Agaro ha reso possibile la produzione di 50 milioni di kilowattora all’anno.