New York, New York… Anche underground!

METROPOLITANA DI NEW YORK - LINEA F, USA
È la città che non dorme mai. Lo è dal 1912, quando fu così definita in un articolo del «Fort Wayn News», e lo fu ancora di più dal 1944-49, anni in cui la fortunata definizione diventò una strofa di una hit planetaria: «New York, New York».
Ma se New York non dorme, nemmeno la sua metropolitana lo fa: 399 km, 6.684 carrozze, 474 stazioni, 25 linee attive, unico caso al mondo, 7 giorni su 7 h 24 (1,7 miliardi di passeggeri all’anno). Fu inaugurata il 27 ottobre 1904 da George Brinton McClellan Jr., 93mo sindaco di una città con 783,8 chilometri quadrati di superficie e oggi 9 milioni di abitanti.
Costruita quasi 40 anni dopo quella di Londra, è la più grande metropolitana degli Stati Uniti e cresce ininterrottamente di circa 0,71% all’anno.
Negli anni Settanta un grande progetto di ammodernamento la rese più efficiente, pulita e sicura: registrava infatti il tasso di criminalità più alto di qualunque sistema di trasporti al mondo. Un esempio? Nel 1972 il sindaco John Lindsay vi ordinò 4.500 arresti nell’ambito della lotta ai graffiti. All’epoca scottante argomento di cronaca con una voce fuori dal coro, quella dell’influente scrittore e giornalista americano Norman Mailer (premio Pulitzer) che definì i graffiti la grande arte degli anni Settanta (e aveva ragione!).
Nell’ambito del lotto della linea F Sixth Avenue, che dagli anni ’40 univa il Jamaica nel Queens a Coney Island a Brooklyn, nel 1976 iniziarono i lavori della Linea 131A, corrispettivo sotterraneo della East 63rd Street, da Central Park all’East River: un’area densamente popolata e trafficata. Furono realizzate quattro vie di corsa su due livelli.
Una galleria lunga 378 metri, larga 18 e alta 15 è stata scavata con cariche esplosive, lo smaltimento delle macerie avvenne in superficie con montacarichi collaudati fino a 40 tonnellate.
Il proseguimento, dalla Third Avenue alla Franklyn D. Roosvelt, è stato invece realizzato utilizzando una galleria già esistente sotto l’East River, verso il Queens. Alcuni dati: furono scavati 350.000 metri cubi di materiale e utilizzati 340.000 metri cubi di cemento e 27.000 metri cubi di giunture; per la prima volta nella grande mela fu inoltre utilizzata una fresa meccanica, che grazie a tre turni al giorno procedeva con una media quotidiana di 7,40 metri (fino a un massimo di 26,50 metri).
Per mantenere inalterato il traffico in superficie, travi d’acciaio e piastre di calcestruzzo coprivano il cantiere (terminato nel 1984). Neanche i servizi provenienti dal sottosuolo furono minimamente toccati: un’intricata rete di fognature, linee telefoniche, elettriche, tubazioni di gas e del vapore.
Si compì così uno dei tratti ancora oggi più importanti della prima metropolitana al mondo per numero di linee e stazioni. E soltanto un anno dopo, nel 1977, debuttò la nuova mappa della metropolitana di New York, ridisegnata da un team di designer, architetti e psicologi introducendo i colori, cambiando i percorsi delle linee e mutando persino la geografia dei quartieri di New York.

L'OPERA E LA TECNICA
METRI CUBI SCAVO TUNNEL
METRI CUBI CEMENTO
METRI CUBI GUNITE
METRI DIMENSIONE GALLERIA (LOTTO 5A)
METRI DIAMETRO TUNNEL (LOTTO 5B)
METRI AVANZAMENTO MEDIO GIORNALIERO
New York Transit Authority (filiale della Metropolitan Transportation Authority)
Joint venture Impresit-Girola-Lodigiani Inc (IGLI) U.S.A. (confluite nel Gruppo oggi Webuild), Schiavone Construction Co. U.S.A., Thomas Crimmins Contracting Co. U.S.A.
Per la realizzazione della Linea 131 A la collocazione in un’area densamente popolata e di grande traffico è stato l’elemento più sfidante che ha dovuto affrontare la Joint Venture capitanata dalle aziende italiane Impresit, Girola e Lodigiani poi confluite nel Gruppo oggi Webuild.

At last, successful
tunnel boring under
Manhattan
(The Robbins Company, 1983)

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