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L’Australia tira dritto verso il futuro

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PROGETTO IDROELETTRICO SNOWY 2.0, AUSTRALIA

Scoperta piuttosto tardivamente nelle sconfinate acque dell’oceano Pacifico, l’Australia deve il suo nome alla locuzione latina Terra australis incognita (terra meridionale sconosciuta). Il primo avvistamento è del 1606, a fine del secolo successivo inizia la colonizzazione, da allora al 1945 sbarcano sull’isola 7 milioni di coloni e altri nel dopoguerra, quando si costruiscono imponenti infrastrutture tra cui lo Snow Hydro Scheme, tra le meraviglie dell’ingegneria civile del mondo moderno.

Realizzato tra il 1949 e il 1974 da oltre 100.000 persone di 30 nazionalità, è un complesso sistema idrico e idroelettrico con partenza dalle Snowy Mountains che devia le acque di vari fiumi nel Tumut e nel Murray. È composto da 7 principali centrali elettriche (poi diventate 9), 16 grandi dighe, 80 chilometri di acquedotti e 145 chilometri di gallerie interconnesse. È il primo grande impianto idroelettrico di pompaggio realizzato in Australia, dove è ancora il più grande nel suo genere. E lo rimarrà per molto, essendo al centro di un progetto di espansione che contribuirà alla transizione energetica da combustibili fossili a fonti di energia pulita. 27 km di gallerie collegheranno due invasi di acqua a diverse altezze già esistenti: Tantangara (invaso superiore) e Talbingo (invaso inferiore).

In tutto 3 milioni di metri cubi di materiale da scavare in un tracciato con pendenze in discesa fino al 9% e in salita fino al 47%. In mezzo ai due invasi collegati dai tunnel, in una posizione strategica tra Sydney e Melbourne, a circa 1 km in sotterranea una centrale idroelettrica con una stazione di pompaggio per il riciclo dell’acqua utilizzata dalle turbine.

È lo Snowy 2.0, che entro il 2024 potrà rispondere ai picchi di domanda di elettricità e al calo di produzione eolica e solare in appena 90 secondi, cioè producendo energia praticamente in tempo reale e con una capacità di pompaggio di tre volte superiore: più 2.000 MW, ovvero, 500.000 abitazioni servite con 175 ore di energia prima di ricaricarsi. Considerevole anche il vantaggio per l’ambiente, con meno 10 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, e per l’indotto, con 5.000 posti di lavoro diretti e indiretti grazie alla scelta di produrre in loco i manufatti e alle infrastrutture per lo sviluppo del progetto (come i villaggi degli operai).

Un passo importante per implementare l’idroelettrico, una fonte davvero efficiente che in Australia equivale al 33,9% della produzione totale di energie rinnovabili, ma solo al 5,74% dell’intera dotazione energetica nazionale. 

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L'OPERA E LA TECNICA

Periodo di costruzione: 2019 - in corso
29

KM SCAVI CON TBM

485.000

METRI CUBI SCAVI COMPLESSI PER CENTRALE ELETTRICA

3

MILIONI METRI CUBI LAVORI DI STERRO

2.000

MW AUMENTO DELLA CAPACITÀ DI GENERAZIONE ENERGETICA

CLIENTE

Snowy Hydro Ltd

COSTRUTTORE

Joint-venture Future Generation con Webuild, leader contractor, Lane Construction e Clough (entrambe Gruppo Webuild)

Snowy 2.0 viene definito tecnicamente un “pumped storage scheme”: due invasi di acqua posti ad altezze differenti, in mezzo ai quali si trova la stazione di pompaggio che permette alla centrale elettrica di riciclare l’acqua utilizzata per far muovere le sue turbine.

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APPROFONDIMENTI CULTURALI

LAPTOP Snowy
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BENEFICI

Una protezione contro l’imprevedibilità della natura

L’Australia meridionale è una delle aree mondiali con la più elevata integrazione delle fonti rinnovabili, in cui il 50% dell’energia è generata da impianti eolici e solari.

Poiché la produzione di entrambe le fonti non è facilmente prevedibile, né sempre stoccabile, l'apporto idroelettrico è fondamentale per stabilizzare il mix del fabbisogno energetico espresso dalle principali città del continente australe.

A Melbourne, nel periodo estivo, le temperature medie oscillano tra i 14° e i 26°, laddove nei mesi invernali superano facilmente i 35°, mentre Sidney registra valori medi più elevati di circa tre gradi.

In simili condizioni i fabbisogni energetici legati agli impianti di condizionamento raggiungono picchi particolarmente elevati, che necessitano di fonti regolari e costanti, che solo la produzione idroelettrica può assicurare.

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