Se una strada unisce l’Italia

AUTOSTRADA DEL SOLE (A1), ITALIA
Il 1956 (anno bisestile) è lo spartiacque del secolo breve, anno della destalinizzazione sancita da Nikita Chruščëv e del conflitto del Canale di Suez, che segnò il declino di due super potenze coloniali come Francia e Gran Bretagna.
In Italia è uno dei più grandi momenti del miracolo economico, scandito dalla voglia di divertimento e di feste in casa a suon di 45 giri sulle note di «Heartbreak Hotel», successo planetario inciso da Elvis Presley il 27 gennaio di quello stesso anno in cui Anna Magnani vince l’Oscar come migliore attrice protagonista, per «La rosa tatuata», e Grace Kelly sposa in un matrimonio da favola il principe Ranieri di Monaco.
È anche l’anno in cui Dante Giacosa progetta la Fiat 500, icona del boom economico importata in tutto il mondo, simbolo del riscatto della classe operaia libera di sfrecciare per le strade italiane, che il 19 maggio 1956 vede nascere quella che ancora oggi è la strada più lunga d’Italia: l’Autostrada del Sole. È la più grande infrastruttura del nostro dopoguerra, costata circa 300 miliardi di lire, conclusa, senza sforare il budget, persino con tre mesi di anticipo. E così, dopo che il 19 maggio 1956 il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi ha posato la prima pietra a San Donato Milanese, il 4 ottobre 1964, sotto la Presidenza del Consiglio di Aldo Moro, viene tagliato il nastro.
Un successo straordinario, un capolavoro di ingegneria civile, un cantiere faraonico equivalente a 15 milioni di giornate lavorative per un totale di 760 chilometri di incandescente asfalto, capace di rispondere a grandi sfide soprattutto nei tratti appenninici, a causa della morfologia e della consistenza del terreno e per via dei numerosi ponti e delle gallerie necessarie per completare l’intera tratta.
La realizzazione dell’autostrada venne divisa in numerosi lotti a cui hanno lavorato molte delle società poi confluite nel Gruppo Webuild. Tra questi, il Lotto 7b a Firenze che comprendeva la realizzazione del tunnel più lungo dell’intero tracciato della A1, 930 metri.
Il primo a percorrere l’Autostrada del Sole (nel 1964) fu l’allora Presidente della Repubblica Antonio Segni, viaggiando a tutta velocità sulla Lancia Flaminia presidenziale, mitica vettura disegnata da Pinin Farina su richiesta di Giovanni Gronchi nel 1960 in vista dell’arrivo in Italia della regina Elisabetta II (ne esistono solo 4 esemplari prodotti nel 1961).

L'OPERA E LA TECNICA
KM DI LUNGHEZZA COMPLESSIVA
PONTI E VIADOTTI
RACCORDI
CAVALCAVIA
MILIONI GIORNATE LAVORATIVE
MILIONI DI METRI CUBI DI MURATURE E CALCESTRUZZO
MILIONI DI METRI QUADRATI DI PAVIMENTAZIONE
GALLERIE SU DUE CARREGGIATE
GALLERIE SU UNA SOLA CARREGGIATA
IRI
tra le società anche Lodigiani, Girola, Impresit poi confluite nel Gruppo oggi Webuild
La costruzione dell'autostrada fu affidata all'ingegnere Fedele Cova, amministratore delegato della Società Autostrade, mentre la progettazione di massima e lo studio di fattibilità furono curati dalla SISI, Società Iniziative Stradali Italiane (partecipata congiuntamente da Agip, FIAT, Italcementi e Pirelli) che cedette gratuitamente all'IRI i risultati degli studi effettuati dall'ingegnere Francesco Aimone Jelmoni.

APPROFONDIMENTI CULTURALI


Dieci anni di Autostrade
1956-1966
Ripercorriamo la storia della costruzione della A1
attraverso un filmato d'epoca di Autostrade per l’Italia S.p.a.

Una nuova mobilità
Come sarebbero oggi le nostre città e le nostre strade se circolasse un numero di veicoli pari a quello che le percorreva nel 1956 - anno in cui venne commercializzata la 500 e avviata la costruzione dell’Autostrada del Sole - quando il parco circolante era poco più di un decimo di quello attuale che è di circa 60 milioni? Se cancellassimo 9 delle 10 automobili parcheggiate e facessimo scomparire il 90% dei mezzi che oggi sfrecciano sull’asfalto potremmo capire quanto è cambiata la mobilità degli italiani.
L’Autosole è stato il simbolo più eclatante della motorizzazione di una nazione e che Francesco Aimone Jelmoni definì come il “canale vertebrale” del Paese.
Nel 1956 i veicoli in circolazione erano:
4.674.644 autovetture
612.229 camion
32.421 pullman
Nel 2025 I numeri sono:
~41,3 milioni le autovetture
4,5 milioni i veicoli commerciali leggeri
~ 1,5 milioni i veicoli industriali pesanti
~ 5,5 milioni motocicli e quadricicli
~ 1,2 milioni autobus, autocaravan e altri veicoli speciali
~ 6 milioni rimorchi e semirimorchi
Una curiosità: nel 2022 l’Italia deteneva il secondo record europeo per vetture pro-capite: 755 ogni 1.000 abitanti, contro le 784 del Lussemburgo, primo in classifica.
mln veicoli in circolazione nel 1956
mln veicoli in circolazione nel 2025

Le distanze si accorciano e gli italiani si avvicinano
È impossibile parlare di modernizzazione e identità italiana senza la Vespa e la Lambretta, il Settebello e i treni della speranza, la Michelangelo e la Raffaello e i traghetti per le isole, la flotta di Alitalia e il rombo dei motocarri Guzzi, l’Alfa Romeo e la Ferrari, la Cinquecento e la Seicento, che non furono solo innovazioni tecnologiche, ma strumenti di cambiamento sociale, ancor prima che economico.
Le autostrade furono le principali artefici del processo che nel volgere di pochi anni cambiò per sempre le nozioni di distanza, trasporto, durata, lavoro e vacanza, segnando il passaggio da un impianto viario arcaico, con tempi di percorrenza ottocenteschi alla modernità della mobilità privata, dotando famiglie, istituzioni e imprese di un reticolo infrastrutturale in grado di ridurre le distanze mentali tra periferie e centro, nord e sud, sviluppo e arretratezza, ricchezza e povertà.
L’Autosole sintetizza tutto questo: da Milano a Napoli in otto ore circa senza alcuna sosta obbligata quando prima della sua realizzazione per fare i due giorni di viaggio tra le due città era d’obbligo attraversare lentissimamente più di 100 centri abitati.
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