Acqua di Puglia

TUNNEL DI FORTORE, ITALIA
Esteso per la maggior parte nella provincia di Foggia, il Tavoliere delle Puglie è la più vasta pianura italiana dopo quella Padana: deve il suo nome al catasto romano, organizzato in tabulae censuarie.
Caratterizzato da temperature estive roventi, tra le zone meno piovose d’Italia, ha ricevuto la più grande spinta al suo ammodernamento nel 1957-66, con la costruzione del Tunnel di Fortore: 16 km di galleria in un comprensorio di 138.000 ettari (di cui 106.000 irrigabili).
Grazie allo sbarramento del fiume Fortore, e al relativo tunnel per convogliare l’acqua, la popolazione ha potuto finalmente assicurarsi approvvigionamenti idrici regolari, sufficienti a soddisfare sia il fabbisogno personale sia l’irrigazione dei campi.
Realizzata con uno sbarramento artificiale in terra battuta, la diga di Occhito sul Fortore ha una capacità di 250 milioni di metri cubi ed è la terza più capiente d’Europa nel suo genere. La scelta della terra battuta è legata alla lunghezza di poche centinaia di metri della stretta di Occhito, in cui è posizionato il muro di sbarramento.
Convogliata attraverso un’opera di presa, l’acqua entra nel tunnel e percorrendo i suoi 16 km raggiunge una grande vasca in località Finocchito da dove inizia la sua ripartizione tra diversi usi: irriguo, potabile, industriale. A sorreggere il terreno vi è uno scudo metallico che riproduce l’intero profilo dello scavo.
L’acqua incanalata verso Finocchito serve tutta la zona del Fortore. Davvero una conquista non da poco, se si pensa che negli anni Cinquanta appena 35 italiani su 100 avevano l’acqua corrente in casa e che grazie a opere come questa, tra il 1951 e il 1971, le abitazioni con l’acqua potabile passarono dal 35% al 86%.

L'OPERA E LA TECNICA
ETTARI SUPERFICIE DEL COMPRENSORIO IRRIGUO
METRI CUBI CAPACITA' DELL'INVASO
KM LUNGHEZZA DELLA GALLERIA
CM INTERVALLI DI AVANZAMENTO DELLO SCUDO
KG CAD TRAVETTI DI PRE-RIVESTIMENTO
Consorzio Generale per la Bonifica e la Trasformazione Fondiaria della Capitanata
Sacop e Girola (confluita nel Gruppo oggi Webuild)
Per la realizzazione del Tunnel di Fortore, all’impresa Girola, poi confluita nel Gruppo Webuild, fu affidata la costruzione di circa 6.600 metri di galleria, oltre 250 metri di finestra e un ponte canale della lunghezza di 235 metri che attraversa la valle del torrente Sente e collega due gallerie

Soluzioni tecniche per la
galleria del Fortore
(Guglielo Chiolini, 1978)

APPROFONDIMENTI CULTURALI


Acqua per i campi, acqua per gli esseri umani
La realizzazione dello sbarramento artificiale del fiume Fortore e del relativo tunnel soddisfò due esigenze primarie: assicurò risorse idriche più copiose e regolari alle attività agricole del cosiddetto Tavoliere e fornì acqua potabile alle assetate genti della Capitanata.
Gli anni in cui l’opera venne realizzata segnarono infatti per la provincia di Foggia, come per molti altri territori italiani, il passaggio da una pre-modernità atavica, caratterizzata da privazioni e sacrifici oggi difficilmente concepibili, all’avvio di processi di modernizzazione e civilizzazione di importanza capitale.
Negli anni '50, solo 35 italiani su 100 avevano l'acqua corrente in casa. Fare il bagno o la doccia erano lussi inimmaginabili per la maggior parte: pulci, zecche, scabbia e pidocchi erano compagni inseparabili. Opere come quelle del Fortore rappresentarono la forma più tangibile del contributo che le infrastrutture avevano al benessere delle persone: non dimentichiamo che in Italia, tra il 1951 e il 1971, la fornitura di acqua potabile nelle famiglie passò dall'iniziale 35% all'86%, le case con servizi igienici interni salirono dal 40% all'82%. E quelle con bagno, dal 10% al 64%.