L'opera e la tecnica: Nuova sede Eni Milano, Italia
La nuova sede del gruppo energetico Eni è un progetto pilota selezionato per definire gli standard del protocollo europeo Level(s), il primo a livello europeo per la progettazione e costruzione di edifici sostenibili (destinati a uso uffici o abitazione), che si basa su indicatori di prestazione relativi a numerosi ambiti dell’edilizia sostenibile considerando l’intero ciclo di vita dell’immobile.
L’obiettivo complessivo del progetto è stato giungere alla realizzazione di un building che, sviluppando il concept design originario, coniugasse le specifiche identitarie, funzionali e distributive con una completa integrazione nel contesto urbano e paesaggistico circostante e l’utilizzo della tecnologia B.I.M. (Building Information Modeling) ha permesso di ottenere un progetto estremamente dettagliato a livello architettonico, strutturale e impiantistico.
Il disegno della facciata è ispirato alla formazione geologica della Terra, visibile nell’effetto ottico adottato per i rivestimenti esterni in lamiera metallica microforata e le forme stratificate degli edifici che sembrano emergere dal sito. I piani alti garantiscono flessibilità di utilizzo, massimizzando la luce naturale e le risorse per gli impianti di riscaldamento e raffrescamento.
Le migliori prestazioni in termini di rendimento energetico e di illuminazione naturale degli ambienti sono garantite attraverso un sistema a doppia pelle esteso a tutti i fronti degli edifici con la sola esclusione del piano terra, dove è presente una vetrata Clear Glass a tutt’altezza, e alle testate, che presentano un’inclinazione variabile nei piani verticale e orizzontale, dove è realizzata una facciata Dark Grey ottenuta con vetro colorato in pasta o con coating. Le facciate Double Skin, invece, sono caratterizzate da sistemi di schermatura esterna con differente configurazione, denominati “Orange” e “Blue”.
I tre building principali, che emergono dal paesaggio come un’isola urbana, sono organizzati attorno a una piazza centrale. Le strutture principali in acciaio e calcestruzzo armato permettono soluzioni importanti come ponti, sbalzi e facciate contropendenti.
L’Icon e il Landmark sono tra loro collegati a livello del piano settimo da un ponte in carpenteria metallica di 85 metri di luce. La larghezza del ponte è variabile da 15 metri a circa 3 metri così come è variabile la sua altezza, parte infatti da 20 metri in corrispondenza dell’Icon, allineandosi alla sua copertura, e raggiunge i 6 metri di altezza una volta giunto sul Landmark.
Il ponte è realizzato attraverso due grandi travature reticolari di tipo Warren (senza montanti), tra loro collegate a livello del piano settimo e in copertura con travi reticolari di piano controventate con profili a croce di Sant’Andrea. Il ponte trasferisce i carichi verticali in corrispondenza dell’Icon a pilastri in cemento armato opportunamente rastremati per permettere l’appoggio e su setti in cemento armato sul Landmark.
Il collegamento tra Icon e Skygarden avviene attraverso un ponte in carpenteria metallica, di 68 metri di lunghezza circa, che si sviluppa in piano in corrispondenza del secondo livello. Il ponte è costituito da tre campate: due con luce libera di 15 metri circa e una con 38 metri di luce; ha larghezza costante di 3.30 metri circa e altezza di circa 6 metri. La struttura del ponte è costituita da una trave a cassone di 1.60 metri di altezza realizzata con piatti saldati di spessore variabile da 8 a 24 mm. In corrispondenza degli appoggi sono presenti opportuni irrigidimenti. Il piano di calpestio è realizzato con un solaio in cemento armato di 15 cm di spessore gettato su lastre cassero prefabbricate in cemento armato di 5 cm di spessore. Alle estremità del ponte sono presenti dei giunti che rendono indipendente la sua struttura da quella dell’Icon e dello Skygarden.