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L'opera e la tecnica: Terzo Ponte sul Bosforo, Turchia

I lavori per il Terzo Ponte sul Bosforo sono stati affidati a una joint venture guidata dal Gruppo Astaldi, oggi confluita nel Gruppo Webuild.

Il ponte è stato progettato facendo ricorso a tutte le tecnologie e conoscenze in termini di ingegneria strutturale, ai modelli e calcoli avanzati, alle conoscenze sulle qualità e le capacità prestazionali dei materiali, ai metodi e tecnologie realizzative all’avanguardia e tenendo conto delle esigenze di durabilità.

La progettazione ha tenuto inoltre conto della possibilità che si verificassero terremoti di forte intensità poiché l’area è interessata dalla faglia anatolica, che si estende da est a ovest lungo l’area nord della Turchia fino al Mar di Marmara.

Lo studio preliminare è stato eseguito in accordo alle linee guida delle norme AASHTO - American Association of State Highway and Transportation Officials per la progettazione di ponti.

Con la realizzazione di questa struttura, le caratteristiche e le conoscenze sul comportamento dei ponti ibridi hanno fatto un balzo in avanti. Grazie alle sue dimensioni, il Terzo Ponte sul Bosforo ha consentito inoltre di studiare e sviluppare molti elementi costitutivi riportandoli a una maggior scala.

La struttura portante che sostiene gli stalli e i cavi sospesi, a cui sono assicurate le campate del ponte, è costituita da due piloni a forma di “A”, realizzati ognuno con una coppia di pilastri inclinati a sezione triangolare. I due piloni principali, in calcestruzzo e acciaio, hanno le fondazioni a terra, sulle sponde dello stretto.