L'opera e la tecnica: Nuovo Ponte Genova San Giorgio, Italia
I lavori per la costruzione del Nuovo Ponte di Genova, affidati al consorzio PerGenova costituito da Webuild e Fincantieri sono iniziati in concomitanza con la rimozione dei detriti del Morandi e suddivisi in otto fasi.
Prima sono state costruite le sottofondazioni, cioè le basi su cui poggia l’intero manufatto e su cui scarica interamente il suo peso. Sono stati realizzati gli scavi in profondità, posizionate le gabbie di armatura e gettato il calcestruzzo.
Si è proceduto poi alla realizzazione dei plinti, le basi in calcestruzzo armato che uniscono i pali delle sottofondazioni e su cui poggiano le pile che reggono l’impalcato.
Mano a mano che i plinti venivano completati, sono stati costruiti progressivamente in elevazione i fusti delle 18 pile, i pilastri che sorreggono i conci e l’impalcato e che ne scaricano il peso sulle sottofondazioni.
Si è preparato quindi l’impalcato del ponte, predisponendo e assemblando in loco i cassoni delle campate, elementi in acciaio prefabbricati negli stabilimenti Fincantieri, trasportati via mare a Sestri Ponente e da lì trasferiti al cantiere del nuovo Ponte San Giorgio con trasporti eccezionali via terra.
Successivamente si è dato inizio al varo delle campate: attraverso carrelli SPMT (self-propelled modular transporter) e gru tralicciate sono stati sollevati i conci in quota per essere agganciati alla testa delle pile, innalzate le campate e imbullonate ai conci.
Realizzato l’impalcato del ponte, è stata preparata la soletta in calcestruzzo attraverso getti sia da terra, con pompe speciali a getto di 60 metri, che in quota alle estremità del ponte.
Il nuovo Ponte di Genova San Giorgio è stato completato con la realizzazione del fondo stradale in asfalto, posando gli elementi di sicurezza, la segnaletica orizzontale e verticale e costruendo l’impianto di illuminazione e l’impianto smart bridge: pannelli fotovoltaici che ne garantiscono l’approvvigionamento energetico, impianti interni di deumidificazione dell’aria per evitare la corrosione dei materiali e un sistema centralizzato e robotizzato di monitoraggio della attività.
Infine, sono stati eseguiti tutti i collaudi necessari.