L'opera e la tecnica: Metropolitana di Roma - Linea C, Italia
I lavori della Linea C, affidati al Consorzio Metro C S.c.p.A. di cui il Gruppo Webuild è società mandataria, rappresentano una notevole sfida ingegneristica per l’unicità del territorio attraversato, dichiarato Patrimonio dell’Unesco, per le tecnologie innovative utilizzate nella realizzazione e per il monitoraggio dei tesori storico-monumentali presenti in superficie e lungo il tracciato in profondità.
La Linea C raddoppia l’attuale estensione della metropolitana di Roma, collegando la città da sud-est a nord-ovest e connettendo la periferia al centro e creando un importante “effetto rete” grazie alle interconnessioni con le altre linee metro della città.
La linea parte dal Comune di Monte Compatri ricalcando in parte il tracciato della preesistente ferrovia di superficie Termini - Pantano; poco prima del Grande Raccordo Anulare entra in galleria e prosegue verso il centro storico attraversandolo completamente.
L’esecuzione del progetto procede per tratte funzionali. La tratta che dal capolinea arriva a San Giovanni (19 km con 22 stazioni e un deposito officina) è stata completata ed è già in funzione. Le prossime stazioni collegate saranno Porta Metronia, Colosseo - Fori Imperiali e Venezia. Sono in fase di progettazione le restanti fermate di Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano e Clodio/Mazzini. Il progetto prevede anche 4 stazioni di interscambio: San Giovanni e Ottaviano (con la linea A), Colosseo (con la linea B) e Pigneto (con le ferrovie locali FL1/FL3).
Gli studi di interazione tra la linea metropolitana e i monumenti e le conseguenti metodologie da applicare per la loro salvaguardia sono state sviluppate per circa quattro anni, interessando 13 siti e 40 palazzi storici. Uno specifico sistema di monitoraggio, implementato attraverso l’utilizzo di una piattaforma SDD, è stato progettato su misura per la realizzazione di quest’opera.
I lavori di scavo delle gallerie sono stati realizzati principalmente con l’utilizzo di quattro TBM di tipo EPB (Earth Pressure Balance) utilizzate soprattutto in terreni soffici o medio/soffici con un alto contenuto di argilla. In particolare, nelle gallerie che corrono sotto la stazione esistente di San Giovanni della Linea A per poter permettere lavori in sicurezza è stato necessario ricorrere alla tecnica di congelamento artificiale dei terreni, una tecnica di impermeabilizzazione e/o consolidamento adottata per lo scavo sottofalda di terreni sciolti o rocce fratturate.