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L’opera e la tecnica: Metropolitana di Napoli – Le Stazioni dell’Arte, Italia

Le Stazioni dell’Arte di Napoli fanno parte di un sistema di mobilità che ha portato alla costruzione di tre linee di metropolitana interconnesse tra loro. Obiettivo comune di tutti gli interventi è stata la rigenerazione urbana, collegando aree popolose e spesso in degrado con il centro della città e trasformando luoghi frenetici tipicamente di passaggio, come le stazioni della metropolitana, in vere e proprie gallerie d’arte.
La prima opera è stata la tratta della Linea 1 da Piazza Vanvitelli a Piazza Dante.
La costruzione di questi primi 10 km ha rappresentato un’importante sfida data l'area geologicamente difficile e di grande interesse archeologico. Lo scavo è stato di tipo tradizionale realizzato con il metodo austriaco detto NATM caratterizzato dall’uso di centine in acciaio e dall’introduzione di chiodatura e ancoraggi nella roccia.
Fanno parte di questa tratta anche le stazioni di Quattro Giornate, Salvator Rosa, Materdei e Museo.

A seguire sono iniziati i lavori per il prolungamento della Linea 1 da Piazza Dante al Centro Direzionale pari a circa 5 km che attraversano il centro storico e lungo i quali sono nate le stazioni Toledo, Municipio, Università, Duomo e Garibaldi.

Le due distinte gallerie necessarie al prolungamento della linea, della lunghezza complessiva di 7.760 m che corrono a circa 35 m sotto il livello del mare attraversando terreni sabbiosi e tufacei, sono state scavate utilizzando due frese scudate TBM di tipo EPB del diametro di 6,74 m con un sostentamento del fronte di scavo mediante schiume e polimeri, a pressione bilanciata. La movimentazione del materiale di risulta è stata eseguita tramite vagoni e treni.

Tutte le operazioni di scavo sono state condotte in stretta collaborazione con le Soprintendenze ai Beni Archeologici e ai Beni Architettonici al fine di individuare e documentare, mediante sondaggi geo-archeologici preliminari e campagne di scavo archeologico, il materiale di interesse storico nelle aree di cantiere.

Molte sono state le sfide tecnologiche affrontate per la realizzazione delle nuove stazioni, sia per il territorio in cui sono state edificate sia per le preesistenze archeologiche rinvenute. Tra queste, la Stazione di Toledo ha richiesto la realizzazione di un tunnel profondo 40 m e l’impiego di tecnologie avanzate per minimizzare l’impatto ambientale. È la più profonda tra le stazioni in esercizio sulla Linea 1 e ha ricevuto premi per il design (Emirates Glass LEAF Award 2013) e per l’innovativo uso dello spazio in sotterraneo (ITA International Tunnelling Award 2015). Così come la Stazione Università, anch’essa vincitrice del premio Emirates Glass LEAF Award per il design nel 2011, ha richiesto l’impiego della tecnica di congelamento artificiale del terreno per il consolidamento del sottosuolo.

Ad agosto 2015 sono iniziati i lavori per la Linea 6, nella tratta Mergellina - San Pasquale - Municipio che si estende per 5,5 km con 8 stazioni e collega il popoloso quartiere Fuorigrotta a ovest della città con la centrale Piazza Municipio. Nell’ambito di questa tratta è stata realizzata la bellissima stazione di San Pasquale, che sorge nella parte centrale della Riviera di Chiaia. L’interno ha una struttura in cemento armato su cinque livelli lunga 100 m e alta 35 m, che è stata realizzata in top-down con l’impiego di un doppio carroponte per accelerare le fasi di scavo. Le fasi esecutive sono risultate particolarmente complesse per la presenza di falda acquifera fortemente aggressiva e corrosiva. Per questo è stato necessario l’impiego di una idrofresa per la realizzazione di diaframmi perimetrali di contenimento che hanno avuto una inusuale forma a T (ottenuta con due pannelli rettangolari posizionati ortogonalmente l’uno all’altro) finalizzata a contrastare meglio le spinte derivanti dal terreno e dalla falda acquifera. Inoltre, prima della realizzazione dei diaframmi, il terreno è stato consolidato per evitare perdite di fanghi bentonitici che avrebbero compromesso la sicurezza delle lavorazioni.

Un’ulteriore complessità è stata la presenza all’interno del corpo stazione della galleria di linea realizzata con TBM, che ha richiesto ulteriori lavorazioni di adeguamento con l’utilizzo di gabbie di armatura dei diaframmi in vetroresina per agevolarne il passaggio e garantire la continuità delle reciproche lavorazioni.

Tra le Stazioni dell’Arte c’è anche quella di Monte Sant’Angelo sulla Linea 7, interamente realizzata in caverna. Il rivestimento dei cunicoli è con spritz-beton dello spessore di circa 50 cm così da conservare l’idea appunto di un antro. La stazione raggiunge 40 m di profondità ed è caratterizzata da due sculture monumentali dell’artista Anish Kapoor, una in corten di 19 m di altezza e 220 t di peso e una in alluminio, di 11 m di altezza e 42 t di peso. Le due opere sono posizionate rispettivamente alle uscite Università e Traiano.

Ultimo intervento in ordine cronologico è l’ampliamento della Linea 1 da Piazza Garibaldi a Capodichino, per una lunghezza di circa 3,2 km che prevede la costruzione di ulteriori 4 stazioni tra cui l’omonima stazione in corrispondenza dell’Aeroporto internazionale di Napoli. Il progetto ha reso necessario uno scavo di circa 50 m di profondità, con un atrio a vista in corrispondenza del piano stradale. La parte circolare, del diametro interno di circa 33 m, è un unico spazio aperto con otto ascensori centrali e quattro scale elicoidali che risalgono lungo le pareti verso la superficie. Il piano di sbarco degli ascensori è collegato da tre by-pass alle due gallerie di stazione, ciascuna lunga 110 m e di 8,9 m di diametro. La stazione è sovrastata da una copertura ad hangar dell’altezza di 8 m dal livello stradale e composta da una ragnatela di acciaio e rivestimenti con elementi prefabbricati e infissi in vetro per un peso complessivo di 450 tonnellate. Tutta la fase di scavo è stata caratterizzata da una particolare attenzione al tema della sostenibilità ambientale. Oltre 200.000 m3 di terre sono stati infatti trasportati e riutilizzati nel distretto della città metropolitana di Napoli, in ex cave di tufo a cielo aperto, per la riqualificazione urbanistica e paesaggistica del territorio.