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"Non si farà mai"
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L'opera e la tecnica: Ferrovia Transiraniana, Iran

Nel 1925, all’approvazione del progetto, nessun appaltatore aveva la possibilità di realizzare l’intera tratta; per questo motivo l’opera fu suddivisa in lotti, cinque dei quali cinque aggiudicati da Impresit (poi confluita nel Gruppo oggi Webuild). Questi lotti erano i più complessi da eseguire.

Nel 1927 iniziarono i lavori che dovettero confrontarsi con la peculiare orografia dell’Iran, con il superamento di passi a oltre 2.000 metri di altitudine e lo scavo di 190 tunnel.

La cattiva qualità delle rocce in terreni soggetti a scosse telluriche, il clima, le grandi distanze dai centri abitati e di rifornimento, i limiti della tecnologia disponibile negli anni Trenta resero l’esecuzione di quest’opera uno sforzo titanico per circa 600-900 italiani e i 12.000 lavoratori locali coinvolti.

Nel lotto sud, caratterizzato dalle aspre montagne della provincia del Khūzestān a oltre 1.000 km dalla capitale, i lavori furono eseguiti nelle sole ore notturne della stagione estiva a causa delle elevate temperature diurne – tra i 40° e i 50°C – non tollerate neppure dagli operai locali.

I lotti a nord prevedevano la costruzione di opere necessarie a superare un dislivello di 1.000 metri in meno di 50 km di percorso, con serpentine e altri accorgimenti per permettere alla ferrovia di funzionare con una pendenza media del 2,6%.

I lavori in questi lotti furono caratterizzati dalla neve che per cinque mesi all’anno ricopriva tutta la valle del Talar, con spessori fino a 2 metri.

I lavori si svolsero in 26 mesi tra la fine del 1933 e il 1936. Nel 1939 l’intera tratta ferroviaria fu completata, contribuendo al processo di modernizzazione dell’Iran.