L'opera e la tecnica: Progetto Idrolettrico Yaciretá, Argentina
I lavori di realizzazione della diga Yaciretá furono affidati a 35 imprese unite nel Consorzio Eriday U.T.E. e guidate dall’italiana Impregilo confluita nel Gruppo oggi Webuild.
Per realizzare la diga di Yaciretá sono state impiegate 12.000 persone, scavati 4.375.000 metri cubi di roccia, utilizzati 265.000 metri cubi di calcestruzzo e 11.500 tonnellate di acciaio.
La sua centrale idroelettrica contiene 20 turbine con una potenza complessiva di 3.200 MW. che garantiscono una produzione media di energia di 1.700 GWh/anno.
Le fasi principali e più complesse dei lavori di costruzione della diga furono tre: la chiusura e deviazione del Paranà, opera di ingegneria di altissimo livello per contenere una portata media dell’acqua di 12.000 m3 al secondo, l’esecuzione della diga interna, e quella della centrale idroelettrica.
Per garantire la navigazione sul fiume fu realizzata una chiusa in cemento, lunga 270 metri e larga 27, che permette alle navi di superare un dislivello di 23,60 metri con un pescaggio massimo di 3,65 metri.
Due strutture, funzionanti come veri e propri ascensori, facilitano il passaggio delle specie ittiche, attirate verso due canali di raccolta da una corrente d'acqua che scorre in direzione di una vasca dedicata che viene sollevata e scaricata nel lago.
La centrale idroelettrica alloggia 20 turbine Kaplan per una potenza installata totale di 3.200 MW. L’invaso della diga di Yaciretá produce metà dell’energia idroelettrica argentina, fonte rinnovabile che nel 2023 ha risposto al 32,5% del fabbisogno energetico nazionale, coperto per il restante 50,65% dal gas naturale, 11,65% eolico, 10,82% da petrolio, mentre le restanti fonti rinnovabili (nucleare, biomasse e solare) ammontano in totale alla copertura del 12,23% del fabbisogno annuale , in grado di fornire circa il 60% dell'energia idroelettrica dell'Argentina e il 22% del fabbisogno energetico nazionale.