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"Non si farà mai"
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L'opera e la tecnica: Diga Val di Lei, Italia

L'impianto di sbarramento della Valle di Lei è un capolavoro realizzato dalla società costruttrice Gi.Lo.Va.L., di cui facevano parte le aziende Girola e Lodigiani poi confluite nel Gruppo oggi Webuild, e tra le dighe a volta a doppia curvatura, ha presentato all’epoca lo sviluppo di coronamento più ampio al mondo.

In fase di progettazione venne realizzato un modello in legno in scala 1:66 e vennero condotte prove di laboratorio alla Ismes di Bergamo per riprodurre le sollecitazioni che avrebbero agito sulla diga: prova di peso proprio e prova di spinta idrostatica per ricavare le linee di massima sollecitazione. Il grado di sicurezza venne stabilito aumentando di 5 volte il carico normale.

Poiché il sito della diga era raggiungibile solo d’estate a piedi dal territorio italiano, furono costruite due teleferiche, una per il trasporto delle persone e l’altra per la movimentazione dei materiali. La teleferica passeggeri, che correva quasi sempre parallela all’altra, copriva in due soli tratti la distanza di 14 km, un primato per l’epoca, collegando il campo base di Campodolcino al cantiere.

Nel 1958 si realizzò una galleria carrabile che conduceva al cantiere dal territorio svizzero, ampliando la strada di Avers. Inoltre fu realizzata una vera e propria cittadina in grado di ospitare i 1.500 lavoratori del cantiere.

I lavori iniziarono con le attività di scavo per trovare lo strato di roccia adatto a saldarsi con il cemento. Quindi furono costruiti i 55 conci (le sezioni verticali) in calcestruzzo che compongono la diga, un vero muro costituito da blocchi posizionati uno accanto all’altro, entro cui corrono lunghi cunicoli orizzontali collegati ad altissimi pozzi verticali.

Il cementificio coinvolto nei lavori si dovette dotare di un nuovo reparto per soddisfare l’eccezionale fabbisogno di oltre 2.200.000 quintali di cemento per la costruzione della diga. Il materiale veniva trasportato su rotaia fino a Chiavenna, poi in autocarro fino alle stazioni teleferiche. Ogni giorno 12.000 quintali salivano da fondo valle fino all’impianto di betonaggio.

Durante l’inverno non si poté mai lavorare in esterna, data la temperatura che poteva raggiungere -20°C; solo negli ultimi anni fu possibile lavorare all’interno della diga e nei laboratori per le continue misurazioni del calcestruzzo: prove di gelo, permeabilità, rottura. Durante il periodo di costruzione vennero eseguiti 650 prelevamenti e quasi 10.000 test.