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"Non si farà mai"
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L'opera e la tecnica: Centrale Idroelettrica Tarbela, Pakistan

I lavori di costruzione dell’impianto furono affidati a una joint venture guidata dalla Impresit-Girola-Lodigiani, poi confluita nel Gruppo oggi Webuild.

Le operazioni di costruzione furono divise in tre fasi, legate al programma di deviazione del fiume.

Nella prima fase, che durò per i primi due anni, si costruì una struttura temporanea detta cofferdam parallela al fiume, isolando la sponda per la costruzione di un canale di deviazione e una diga di chiusura a speroni. Contemporaneamente iniziarono i lavori di realizzazione delle gallerie di irrigazione e di alimentazione della centrale. La roccia di risulta degli scavi venne utilizzata per costruire la prima parte della diga.

La seconda fase, che durò tre anni, fu caratterizzata dalla deviazione del fiume nel canale e dalla messa in asciutto del letto che permise la costruzione della seconda parte del rilevato della diga. Furono costruite le dighe ausiliarie in sponda sinistra, scavati i due sfioratori per gestire le piene del fiume e completati i getti di prima fase della centrale.

Nell’ultima fase furono chiuse le paratoie della diga, deviato il fiume nelle gallerie, completata la diga principale, montate le paratoie degli sfioratori e costruita la galleria di irrigazione.

Nonostante le innumerevoli criticità di un’opera così maestosa per l’epoca e nonostante le problematiche causate a più riprese dalla veemenza del fiume Indo, i lavori furono conclusi con successo.