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L'opera e la tecnica: impianto di dissalazione Shoaiba 3 Expansion II, Arabia Saudita

Il progetto Shoaiba 3 Expansion II è stato affidato a Fisia Italimpianti, parte del Gruppo Webuild. La sfida principale è stata dettata dai tempi richiesti dal committente; l’opera è stata infatti completata in 21 mesi.

L’impianto sorge in un’area in cui ci sono numerosi vecchi stabilimenti di dissalazione termica e produce 250.000 m3/g di acqua potabile utilizzando invece la tecnologia dell’osmosi inversa, nettamente preferibile da un punto di vista ambientale (evita l’aumento della temperatura marina).

L’osmosi inversa è un processo di rimozione della componente salina da acque marine che si compie in varie fasi. L’acqua viene inizialmente prelevata dal mare e inviata al primo modulo dove è soggetta a un trattamento di rimozione di alghe, oli e grassi e di filtraggio a pressione. Quindi viene fatta confluire nell’osmosi inversa e condotta mediante pompe ad alta pressione (fino a 80 bar) attraverso membrane per la rimozione dei sali. L’acqua ormai dissalata viene infine arricchita di sali minerali e disinfettata per essere potabile.

Per la realizzazione del progetto dopo una prima fase preliminare di supporto allo studio di impatto ambientale, sono seguite le opere di intervento nell’area marina, con particolare cura dell’ambiente e della barriera corallina, già sofferente per via dell’azione degli impianti termici.

Sono stati poi realizzati due tubi di aspirazione lunghi oltre 550 metri e una bocca di uscita di 470 metri per la restituzione in mare della salamoia di risulta. La realizzazione dei tubi è stata eseguita scavando sul fondo del mare, in modo che l’aspirazione potesse avvenire in profondità dove l’acqua presenta meno impurità e non è contaminata da oli che rischiano di compromettere le membrane di filtraggio.

Contemporaneamente si è proceduto alla costruzione della stazione di pompaggio che, data la profondità della collocazione, ha richiesto una protezione preventiva con i pali seccanti e un tappo di cemento sul fondo per evitare che l’acqua di falda rientrasse nello scavo.

Infine, si è proceduto alla costruzione dell’impianto dove avvengono il pretrattamento, l’osmosi inversa e il trattamento di remineralizzazione.